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Nel dibattito su Radio Radicale, intitolato “Controlli amministrativi fra passato e presente“, si è discusso dell’evoluzione della disciplina dei controlli amministrativi nell’ordinamento giuridico italiano, nell’ambito della presentazione del fascicolo n. 1/2024 della Rivista trimestrale di diritto pubblico, dedicato interamente a questo tema.

Al dibattito sono intervenuti Elisa D’Alterio (professore ordinario di Diritto Amministrativo all’Università degli Studi di Catania), Sabino Cassese (giudice emerito della Corte costituzionale) e Luigi Maruotti (presidente del Consiglio di Stato).

Nel suo intervento, Elisa D’Alterio evidenzia le ragioni di un approfondimento sul sistema dei controlli. In particolare, la prof.ssa D’Alterio sottolinea la continua evoluzione della disciplina e il difficile inquadramento della funzione di controllo, spesso confusa con la funzione di prevenzione o con quella di accertamento della responsabilità amministrativa. D’Alterio, infine, indica come sull’argomento rimangano sempre molte questioni aperte, riflettendo sul concetto di utilità dei controlli e sull’opportunità e le modalità di un’operazione di riordino.

Luigi Maruotti si concentra sull’evoluzione dei controlli amministrativi, con particolare attenzione ai profili della celerità dell’azione amministrativa e dell’autonomia decisoria degli enti controllati. Egli evidenzia le criticità e i limiti del moderno sistema dei controlli, che definisce “a macchia di leopardo”, e l’esigenza di una sua semplificazione e valorizzazione per una riaffermazione piena del principio di legalità.

Infine, Sabino Cassese riflette sull’efficacia dei controlli in Italia, evidenziando che, nonostante l’elevato numero di operazioni di controllo (come le 100 milioni calcolate nel 1990), esse risultano insufficienti e poco efficaci. La Corte dei conti, che originariamente doveva fungere da garante per il Parlamento, oggi non adempie pienamente a questo ruolo, anche a causa dell’assenza di un’effettiva supervisione parlamentare. Cassese rileva che i controlli in Italia si limitano principalmente a verificare il rispetto della legalità formale, ignorando aspetti come l’efficacia e l’efficienza amministrativa. La frequenza eccessiva dei controlli compromette la loro qualità, rendendo difficile individuare i veri problemi dell’amministrazione (i controllori “vedono i moscerini e non gli avvoltoi”). Il professore suggerisce, quindi, una riforma del sistema dei controlli basata su un approccio interdisciplinare, che preveda il coinvolgimento di professionisti con una formazione economica e filosofica, e non solo giuridica.

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