La Corte costituzionale sulla legge Calderoli in materia di autonomia differenziata

27/11/2024

La Corte costituzionale ha accolto parzialmente il ricorso presentato da alcune regioni contro la legge 26 giugno 2024, n. 86, sull’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario. In particolare, la Corte ha ravvisato l’incostituzionalità dei seguenti profili della legge:

  1. il trasferimento alle regioni di materie o ambiti di materie, anziché specifiche funzioni legislative e amministrative;
  2. il conferimento di una delega legislativa per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LEP) priva di idonei criteri direttivi, con conseguente marginalizzazione del ruolo del Parlamento;
  3. il ricorso a DPCM per la determinazione dei LEP, sino all’entrata in vigore dei decreti legislativi previsti dalla stessa legge per definire i LEP;
  4. il ricorso a DPCM per l’aggiornamento dei LEP;
  5. la modificabilità delle aliquote di compartecipazione al gettito dei tributi erariali tramite decreto interministeriale;
  6. la facoltatività, piuttosto che la doverosità, per le regioni destinatarie della devoluzione, del concorso agli obiettivi di finanza pubblica;
  7. l’estensione della legge n. 86/2024, e dunque dell’art. 116, terzo comma, Cost. alle regioni a statuto speciale, che invece dovrebbero ricorrere alle procedure previste dai loro statuti speciali.

Spetta ora al Parlamento colmare i vuoti normativi lasciati dalla pronuncia, garantendo il rispetto dei principi costituzionali. La Corte si riserva, altresì, di valutare la costituzionalità delle singole leggi di differenziazione che verranno adottate. In attesa della pubblicazione delle motivazioni della sentenza, si rinvia al comunicato della Corte costituzionale del 14 novembre 2024.

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