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Il ruolo degli enti territoriali nell’attuazione e nella gestione delle risorse del PNRR: il caso degli asili nido
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Il ruolo degli enti territoriali nell’attuazione e nella gestione delle risorse del PNRR: il caso degli asili nido
Abstract: Il contributo analizza il ruolo degli enti territoriali nell’attuazione e nella gestione delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con particolare attenzione al caso degli asili nido, evidenziando problematiche attuative e prospettive future.
Anna Paiano
Introduzione
Come è noto, una parte significativa delle Missioni del PNRR coinvolge le autonomie territoriali, sia direttamente quali soggetti attuatori, sia indirettamente quali destinatari finali di progetti attivati a livello nazionale.
Nonostante la disponibilità di ingenti risorse, molte amministrazioni locali hanno dimostrato una bassa capacità di spesa: le risorse destinate al Mezzogiorno, ad esempio, sono spesso state utilizzate in misura molto inferiore rispetto alle previsioni.
L’accennata difficoltà nell’attuazione del PNRR trova particolare riscontro nel caso degli investimenti destinati agli asili nido, considerati essenziali per sostenere l’occupazione femminile, ridurre la disparità di genere e conseguire gli obiettivi della transizione sociale.
Un caso paradigmatico: gli investimenti per gli asili nido
Nella Missione 4, Componente 1, Investimento 1.1, del PNRR, sono stanziati 4,6 miliardi di euro (scesi a 3,24 miliardi con la revisione di dicembre 2023) per la costruzione, la riqualificazione e la messa in sicurezza di asili nido e scuole dell’infanzia.
Con un primo bando del 2021 si è provveduto a ripartire le risorse disponibili per i progetti PNRR, pari a 2,4 miliardi di euro, su base regionale. Alle regioni del Mezzogiorno è stata garantita una quota di stanziamenti pari a circa il 55 per cento delle risorse.
Alla data di scadenza sono giunte richieste pari solo al 48,9 per cento delle somme stanziate, con una fortissima differenziazione tra regioni del Nord e Sud del Paese nel grado di utilizzo dei budget a disposizione.
A queste difficoltà il Governo ha risposto con la riapertura dei termini del bando e con l’adozione di misure di supporto tecnico per gli enti locali, come l’istituzione di una task force di esperti e l’organizzazione di specifici webinar formativi. Alla scadenza della proroga, le risorse richieste sono aumentate del 26 per cento, comunque ancora inferiori rispetto al plafond disponibile.
Parallelamente, con la legge di bilancio 2022 (legge 30 dicembre 2021, n. 234, articolo 1, commi 172-173), sono stati individuati per la prima volta i LEP per quanto riguarda la disponibilità di posti negli asili nido. Per finanziare i LEP è stato incrementato il Fondo di Solidarietà Comunale (FSC) e sono state stanziate risorse specifiche (120 milioni di euro per il 2022 fino a 1,1 miliardo a partire dal 2027) vincolate al raggiungimento degli obiettivi di servizio.
Il numero di posti letto aggiuntivi negli asili nido finanziabili con le risorse del PNRR (264.480 posti, successivamente scesi a circa 150 mila) è risultato più elevato di quello la cui gestione è stata finanziata dalle risorse garantite dai LEP (15.639 per il 2022 fino a circa 143 mila nel 2027), con un disallineamento fra risorse in conto capitale e risorse correnti legate ai fabbisogni standard.
Tutto quanto sopra esposto ha rallentato il successivo avvio della progettazione e dell’aggiudicazione dei lavori.
Il Governo ha quindi prorogato due volte la scadenza del termine di aggiudicazione, affiancando a tali proroghe ulteriori azioni a supporto degli enti locali (ad esempio, sono stati attivati gli accordi quadro con Invitalia per la centralizzazione delle committenze e i tavoli di coordinamento con le Prefetture) e misure di semplificazione in materia di affidamento dei contratti e di procedimenti amministrativi. Alla scadenza del primo semestre 2023, le aggiudicazioni dei lavori sono state pari a circa il 91 per cento.
Da ultimo, a seguito della revisione della misura, è stato predisposto un nuovo piano per gli asili nido, con il quale è stata abbandonata la precedente logica di assegnazione delle risorse mediante bando e adottata quella dell’assegnazione diretta ai Comuni più carenti del servizio, in coerenza con i LEP.
Dall’ultimo rapporto dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (risalente a gennaio 2025) si ricava che la maggior parte degli interventi avviati nel 2020-2021 è in fase esecutiva, mentre solo il 3% dei progetti è concluso. Molti interventi del Nuovo piano asili nido non sono ancora registrati in ReGiS, e per oltre la metà di quelli censiti mancano informazioni. A livello territoriale, il Centro (72,7%) e il Nord (70,9%) presentano una quota di progetti in corso d’esecuzione leggermente più alta di quella del Mezzogiorno (69%).
Nodi critici e prospettive future: migliorare governance e capacità degli enti locali
Il caso degli asili nido evidenzia tre problematiche principali. Anzitutto, la gestione delle risorse da parte degli enti locali è resa complessa dalla concorrenza tra fondi del PNRR e altre fonti di finanziamento (ad esempio, fondi FESR, FSE, FSC, ecc.): ognuna di esse ha le proprie regole, tra loro diverse in termini di ammissibilità delle spese, modalità di rendicontazione e tempistiche da rispettare. Una pianificazione strategica fra i vari livelli di governo e una migliore qualità delle regole potrebbero consentire di migliorare il coordinamento tra fonti di finanziamento, facilitare la programmazione a lungo termine e rendere più efficiente l’utilizzo dei fondi.
In secondo luogo, gli enti locali, specie nel Mezzogiorno, soffrono di scarsa capacità amministrativa e tecnica, con mancanza di competenze digitali e professionisti qualificati per gestire le complessità del PNRR. Investire nella formazione del personale pubblico, soprattutto quello tecnico, consentirebbe, da un lato, di rafforzare la capacità amministrativa e, dall’altro, di superare le disuguaglianze territoriali.
Infine, la normativa e le procedure rimangono complesse nonostante i vari tentativi di semplificazione, con iter autorizzativi intricati, sovrapposizione di competenze fra enti e regole frammentate che rallentano l’attuazione degli interventi. Al riguardo, sembra opportuno ripensare le misure di semplificazione secondo una visione d’insieme, che vada alla radice dei problemi e affronti in modo sistemico le complessità.
In conclusione, rimangono ancora numerosi nodi critici da risolvere per garantire il raggiungimento, anche da un punto di vista sostanziale, degli obiettivi del PNRR. Comprendere e correggere gli errori del passato costituisce una premessa indispensabile per affrontare le sfide future.