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L’Unione Europea alla ricerca della “bussola” per riconquistare competitività nel delicato scenario globale attuale
● Commissione europea,Digitalizzazione,mercato europeo,Transizione verde
L’Unione Europea alla ricerca della “bussola” per riconquistare competitività nel delicato scenario globale attuale
Abstract: Il presente scritto propone un quadro di sintesi della Comunicazione del 29 gennaio 2025 della Commissione, indirizzata al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale europeo e al Comitato delle Regioni, denominata “Una bussola per la competitività dell’UE”, il cui intento è quello di attuare, sulla base di una ben precisa roadmap, le indicazioni fornite dei precedenti report Draghi e Letta, permettendo, in tal modo, all’Unione di riacquisire maggior centralità strategica alla luce delle attuali sfide geopolitiche ed economiche del presente.
Federico Muzzati
L’Unione stretta tra entropia, spinte protezionistiche e deregulation:
Il tema del rilancio della competitività europea, già di per sé rilevante, come evidenziato dal recente Rapporto “Draghi”, ha acquisito nuova centralità alla luce della manifestazione di nuovi intenti di attuazione di strategie protezionistiche e mire predatorie derivanti dagli accadimenti geopolitici globali (tra tutti, i risultati delle elezioni presidenziali americane).
Infatti, durante il corso dell’ultimo ventennio, l’Unione, da principale attore presente sullo scacchiere economico mondiale, ha visto indebolire sempre più la propria posizione, non essendo stata in grado di mantenere l’incessante ritmo con cui crescevano, specularmente, e di pari passo, le altre grandi economie del pianeta, e i loro relativi approvvigionamenti di tecnologie critiche.
Ciò, com’è naturale, ha creato evidenti divari e vulnus competitivi, rallentando fortemente il processo di integrazione eurounitario, con evidenti rischi di tenuta del sistema e di tenuta stessa delle fondamenta europee. Proprio per questo motivo risulta evidente come non sia più possibile attendere oltre, bensì sia giunto il momento di colmare tali gap: lo strumento è quello della proposizione di azioni coordinate e sinergiche poste in essere dalle varie istituzioni europee, volte a sfruttare le innumerevoli risorse di cui l’Unione è dotata, con lo scopo di far riprendere a crescere il sistema economico interno, risolvendo annose criticità (i.e., iperegolamentazione, eccessiva complessità e adempimenti tecnici per le imprese, costo dell’energia e noti ritardi in ambito innovativo) rimaste, fin troppo a lungo, irrisolte.
La neo insediata Commissione, presieduta nuovamente da Ursula von der Leyen, per mezzo del piano di azione denominato “Una bussola per la competitività dell’UE”, presentato al volgere della fine del mese di gennaio 2025, ha recepito, trasfondendole in una vera e propria tabella di marcia, le proposte per rilanciare l’economia europea e il mercato unico contenute nei c.d. rapporti “Draghi” e “Letta” dello scorso anno.
Le principali misure e aree di intervento:
Il principio ispiratore del piano si rinviene nella riduzione della regolazione, così da poter attrarre più investimenti privati e, dunque, sospingere energicamente, sin da subito, il volano economico europeo.
In buona sostanza, vengono ripresi i c.d. “tre imperativi trasformativi” contenuti nella relazione “Draghi” del 9 settembre 2024, ossia, in primo luogo, colmare il divario innovativo che si è creato con gli altri grandi Paesi attraverso politiche di sostegno alle start up, favorendo il coordinamento tra Università e Imprese, nonché l’accesso al capitale di rischio e l’attrazione di talenti, e lavoratori qualificati, in ambito tecnologico.
In secondo luogo, per rafforzare la competitività risulta necessario intervenire nel settore energetico, che si intende rafforzare e rendere sempre più sostenibile grazie alla realizzazione di nuove opere infrastrutturali, e all’adozione di misure di sostegno a beneficio di famiglie e imprese, di modo che possano accedere alle risorse energetiche a minor costo.
Infine, il terzo imperativo si rinviene nella necessità di ridurre le dipendenze eccessive e aumentare la sicurezza comune dell’Unione, in particolar modo per mezzo di partenariati e accordi commerciali idonei a garantire sufficienti approvvigionamenti di materie prime, energia pulita, tecnologie e combustibili sostenibili, accordando, nel mercato interno, la preferenza a settori e tecnologie critiche, da inverarsi mediante la revisione delle direttive che regolano il settore dei contratti pubblici.
I suddetti obiettivi, da raggiungere nelle citate aree di intervento dovranno essere perseguiti per mezzo dei cinque c.d. “attivatori trasversali per la competitività”.
Si tratta di, in altre parole, di snellire gli oneri normativi e amministrativi, semplificando tanto l’accesso ai fondi europei quanto la stessa azione europea, riducendo il numero di incombenze poste a carico delle imprese ed eliminando, al contempo, gli ostacoli e le barriere che favoriscono lo sviluppo e l’espansione del mercato unico comune.
Inoltre, la Commissione intende creare un moderno mercato dei risparmi e degli investimenti, rendendo più semplice l’accesso al capitale di rischio, di modo da generare maggior fluidità dei flussi di investimento, grazie anche al riorientamento del proprio bilancio.
Infine, verranno adottate azioni per costruire un sistema educativo e lavorativo in grado di attrarre le migliori eccellenze esistenti, aumentano la spesa nell’ambito R&D, istituendo, inoltre, un fondo per la competitività, e promuovendo forme di coordinamento con gli Stati membri per garantire l’attuazione, a livello nazionale, degli obiettivi strategici sinora enunciati.
Brevi rilievi conclusivi:
In disparte gli altri meritevoli e interessanti propositi contenuti nel piano di azione europeo di cui in commento, quali, a mero titolo esemplificativo, maggior cooperazione nel settore della difesa e tolleranza per i costruttori che non raggiungono gli obiettivi previsti dal Green Deal nel settore automotive, preme evidenziare quanto segue.
Come visto, i due elementi attivatori di una maggior competitività del sistema europeo, negli intenti della Commissione, risultano essere, da un lato, l’attrazione di finanziamenti privati, e, dall’altro, un’opera di sfoltimento e riordino del corpus normativo europeo. Affinché le meritorie intenzioni e propositi concreti di rilancio contenuti nella comunicazione della Commissione in esame possano dispiegare la loro efficacia, è necessario che si miri a creare un “ambiente normativo” più snello e stabile, cosicché, non solamente le start up tecnologiche, ma tutte le imprese possano fiorire e esprimere le loro potenzialità, attraendo capitali anche da quei soggetti extra UE che intendono investire in uno spazio competitivo connotato da eccellenza, pragmatismo e chiarezza.
Queste sfide sono di cruciale importanza per il futuro dell’Unione Europea, come evidenziato, lo scorso anno, dall’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi, e la realizzazione di questo necessario e ambizioso piano di rilancio della competitività europea impatterebbe positivamente, inevitabilmente, finanche sul sistema economico e sulla finanza pubblica domestica.
